Arte come fonte di ricerca

Campo Quantistico nell'Arte Quantistica

12.03.2013 17:43

 

 

Campo quantistico nell’arte quantistica

 

"La vecchia idea che il mondo esista effettivamente in uno stato definito non è più sostenibile.

La teoria quantistica svela un messaggio interamente nuovo:la realtà è in parte creata dall'osservatore".

 Ed inoltre: "La situazione si presenta paradossale al nostro intuito, perché stiamo cercando di applicare

 al mondo reale un'idea dell'oggettività che sta solo nelle nostre teste, una fantasia."

 

Le "recenti rivelazioni della fisica e della meccanica quantistica riformulano concetti fondamentali di spazio, tempo, materia ed oggettività, "facendo a pezzi tutte quelle concezioni della realtà che ci siamo costruiti sulla base della nostra abituale esperienza sensoriale".

Pongono alla base della realtà universale l'entità fisica fondamentale presente ovunque nello spazio  denominata "campo quantistico" la cui principale caratteristica è il principio di non località ("parti di uno stesso sistema lontane anni luce possono tra loro interegire istantaneamente").

 

Da qua la ricerca di teorie geometriche volte alla cattura di tratti presuntivi della realtà "originale" (universale), ovvero di nuove espressioni coerenti con la "realtà delocalizzata", attualmente di difficile rappresentazione per l'inadeguatezza dei nostri linguaggi alla descrizione di ciò che si manifesta con caratteri precipui riconducibili alla teoria dei quanti.

Prima dell'avvento della fisica quantistica le opere volte alla rappresentazione di realtà diverse dalla percepita erano dai più considerate “lavori di fantasia” (diversamente titolate dalla corrente artistica accreditata).

 

Alcune di dette “fantasie” erano e sono però frutto del bisogno a rendere manifesto il percepito nei momenti d'abbandono alle personali potenzialità vitali, con l’arte quantistica, la coscienza vera conoscenza che informa il nostro corpo genetico, partecipe del più profondo "sapere" cosmico, visto che contiene, tra l’altro, codici precedenti la comparsa della vita sulla terra, e che ritengo, come molti altri, manifestazione della “cultura” elettromagnetica universale contenuta nell’indefinito e immenso aggregato di protoni, neutroni, elettroni, ecc., di cui tutto è alfine costituito (al riguardo ritengo utile annotare che Francis Crick, noto per aver realizzato il primo preciso modelli del DNA, asserisce che "è troppo inauditamente complicato" per essere frutto del caso).

 

La rappresentazione del così percepito, in quanto sorgente da “realtà immateriale” non trova facile lettura e comprensione perchè estraneo ai modelli passati in giudicato dalla nostra cultura come rappresentativi del mondo riconosciuto dalla mente.

 

Nella lettura di dette opere di “fantasia”, le rivelazioni della fisica e della meccanica quantistica ci offrono oggi nuovi temi per una loro rivalutazione, trascinandoci verso una nuova cultura, e quindi verso nuovi modelli figurativi. Ponendo infatti alla base della realtà universale l'entità fisica fondamentale, presente ovunque nello spazio, denominata "campo quantistico" (la cui principale caratteristica è il principio di non località), ci impongono il riesame dei pregressi concetti di spazio, tempo, materia, oggettività, ecc., e la traduzione dell'oggettività sino ad oggi attribuita alla realtà materiale, in soggettività condizionata, considerati tutti quei filtri utilizzati dai nostri sensi per renderla compatibile alle nostre funzioni (ad esempio: se noi vedessimo tutto quello che spazia nell'aria di fatto non vedremmo nulla perchè le radio-onde generate dalle trasmissioni televisive, dai telefonini e dai rumori che ci attorniano, si comporrebbero come una fitta e densa ragnatela opaca schermante ogni altra cosa; detta "traduzione" porta inoltre alla lettura della realtà materiale come realtà virtuale, da molti autorevoli ricercatori denominata “olografica”.

Da quanto detto sopra eccomi a teorizzare:

- sui caratteri che ritengo essenziali nella composizione della novella cultura figurativa e nella ricerca di modelli rappresentativi della realtà Oggettiva prospettata dalla fisica e dalla meccanica quantistica,

- sui principi informatori che ritengo generanti valenza quantica nelle opere prodotte sulla base di percezioni ottenute in totale e libero abbandono alle nostre “potenzialità vitali".

 

La consapevolezza:

capacità a percepire con conoscenza (è impensabile qualificare un’immagine percepita con l'occhio della mente se già non si possiedono i “principi” informatori della qualificazione).

 

La comprensione:

  capacità ad accettare nuovi concetti.

 

L’indifferenza culturale:

 capacità a elaborare pensieri ed immagini senza preconcetti.

 

 

L’indifferenza dogmatica:

 capacità ad analisi figurative in modalità estranea al consolidato teologico.

 

 Caratteri di modelli giometrici pertinenti la realtà Oggettiva.

 

 

 Assenza di frecce temporali (passato e futuro):

l'opera volta a rappresentare il percepito dalla realtà "originale", poichè pertinente principi informatori dell'entanglement (ovvero al trovato in seno alla fisica quantistica che ce ne conferma l'esistenza) non può contenere "il prima" ed "il poi", o di questi esprimerne in qualche modo il valore.

 

Realtà Soggettiva (temporale) espressa in modalità assolutamente concettuale:

nella rappresentazione del percepito dall'artefice del figurativismo quantico, l'eco della realtà Soggettiva non può che rientrarvi in modalità estremamente semplificata (teorizzata); infatti, per come descritta dalla fisica quantistica, la realtà Oggettiva (realtà atemporale "partecipata da campi elettromagnetici di valore psico-fisico immateriale a noi sconosciuti" e sovraintendenti la composizione e la scomposizione del sistema mondi-universi in un continuo gioco-ricerca di pseuodo-materialità), la realtà Soggettiva può rientrarvi solo in modalità teorica, cioè in quella modalità semplificata, essenziale e atemporale necessaria al sostenimento del “super ologramma”  quale oggi è ritenuta la realtà che chiamiamo materiale.

 

Assenza di "materialità":

la traduzione di un'immagine mentale pertinente la realtà Oggettiva in immagine materiale, se condotta con le tecniche classiche, nell'esito non consente la conservazione dell'indeterminismo proprio del figurato pertinente la realtà quantica; questo non per mettere in discussione le forme di rappresentazione classiche, ma per dire che la pratica del figurativismo quantico necessita di strumenti diversi, capaci di rendere percepibili e trasmissibili "strutture spaziali indirizzabili" (immagini mentali) nello stato di indeterminismo indicato dalla fisica quantistica; detti strumenti sono oggi le procedure informatiche di resa virtuale che consentono, tra l'altro, la trattazione, la conservazione e la diffusione di immagini in ambiti esterni alla realtà materiale, quindi espressivamente mantenute nell'indeterminismo proprio della realtà Oggettiva.

 

Se non è difficile abbandonarsi alle potenzialità vitali (molte discipline olistiche o di rilassamento conducono a tale esito), arduo è il rinunciare alla propria sensibilità materialista, ovvero alla percezione continua e quasi ineludibile degli stimoli provenienti dall'esterno e dall'interno del nostro corpo, per tentare di guadagnare emozionalmente, sciolti dalla temporaneità, immagini della realtà Oggettiva (temporalmente indifferente) a cui partecipa, all'insaputa della nostra mente, la materia di cui siamo alfine costituiti; personalmente ritengo che per giungere ad esito occorra essere primariamente aperti all'idea che la nostra vita è un gioco, "il gioco perfetto" (nominabile "delle frecce del tempo"), generato dalla "cultura" elettromagnetica sorgente dall'aggregato cosmico (inteso come protoni, neutroni, elettroni, e quanto ancora da scoprire), gioco condotto all'interno di super ologrammi da noi chiamati universi, nei quali "forme" tipizzate evoluzionalmente (viventi) vanno ad arricchirli emozionalmente, quindi evoluzionalmente (non esiste infatti evoluzione senza stimimoli emozionali, del caso primariamente volti alla riproduzione, unica procedura evolutiva riconosciuta dalla "cultura" cosmica).

  Quanto sopra solo per offrire all'occhio della mente che ricerca immagini di un mondo di cui non abbiamo esperienza diretta, un "principio" che ne eviti l'offuscamento per mancanza di possibilità speculative.

 

Ciò premesso, gli ambiti di ricerca prospettabili dell'arte quantica ritengo possano essere così qualificati:

 - figurativismo delocalizzato, pertinente la realtà delocalizzata, rinvenibile in   modalità "condizionata" nella realtà Soggettiva (quanto di seguito, solo al fine di creare un esplicato mentale d'esempio, utile all'individuazione, tra le varie percezioni, quelle pertinenti il figurativismo in parola)

per quanto esperito, il traguardo ritengo possa essere raggiunto  preliminarmente parzializzando idealmente, a livello concettuale, il "campo quantistico" (presente ovunque e tutto inglobante), d'impossibile percezione nella sua interezza per le limitazioni e condizionamenti propri della nostra mente; con detta parzializzazione, emozionalmente si può giungere, attraverso una preliminare stratificazione concettuale delle immagini di realtà locali, quali, ad esempio, le città, i tramonti, i prati, ecc., alla percezione di modelli emozionalmente avvertibili "rappresentativi" (o significativi) di quei comparti della realtà Oggettiva che li rappresentano in quanto partecipanti alla realtà Soggettiva attraverso la materia subatomica (atomi e loro costituenti);

 

    - figurativismo delle possibilità, pertinente la realtà Oggettiva "condizionata" rinvenibile nella realtà materiale nominata micromondo, della quale, ad oggi, ci è preclusa la diretta esperienza (possediamo infatti solo informative della fisica e meccanica quantistica);la materia, intesa come entità fisica ed energetica, "condensandosi" genera infinite forme e comparti tematici, alcuni segnati da codici evoluzionali;

dette forme e comparti posseduti dalla "cultura" pregnante la materia atemporale, trasmutano dall'originale stato energetico-indeterministico nel momento in cui vengono colte (od accolte) dal "gioco perfetto" della realtà materiale, cioè dal super ologramma configurante i nominati mondi che, temporizzandole, le "localizza" nel percepibile della realtà Soggettiva; oggetto della ricerca ritengo quindi possa essere la raccolta, per via emozionale, di modelli rappresentativi dei comparti atemporali in cui rientrano le forme percepite nella realtà locale;

   

- figurativismo effimero, pertinente forme-codice temporaneamente partecipanti la realtà virtual-olografica dei mondi (: continuum proiettivo di forme dalla realtà Oggettiva alla Soggettiva); di dette forme possiamo avere solo conoscenza emozionale, rappresentabile in forma composita di valenza transitoria.

 

 

Indietro

Cerca nel sito

© 2013 Tutti i diritti riservati.